Tuesday, 05 December 2023

 Cassetta di posta elettronica certificata piena: la notifica è valida ed efficace?

Società, professionisti e imprenditori individuali sono tenuti, per legge, ad avere una casella di posta elettronica certificata, la cosiddetta pec. A questo indirizzo, ricavabile dal registro Ini-pec, la Pubblica Amministrazione può effettuare le notifiche di atti come gli avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, le richieste di pagamento dei contributi dell’Inps, le cartelle esattoriali dell’Agenzia Entrate Riscossione, le multe per violazioni del codice stradale del Comune, gli arretrati del bollo auto della Regione e così via. Ma cosa succede se, dopo l’invio dell’email, la casella di posta dovesse risultare piena?

A spiegare le conseguenze di una notifica Pec a casella piena è una recente e interessante sentenza della Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza 10 dicembre 2020 – 2 marzo 2021, n. 5646.

Secondo la Corte, la notificazione di un atto eseguita ad un soggetto obbligato per legge a munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata, si ha per perfezionata con la ricevuta con cui l’operatore attesta di aver rinvenuto la cosiddetta casella Pec del destinatario piena, da considerarsi equiparata alla ricevuta di avvenuta consegna. Difatti, il mancato inserimento nella casella di posta per saturazione della capienza rappresenta un «evento imputabile al destinatario per l’inadeguata gestione dello spazio per l’archiviazione e la ricezione di nuovi messaggi».

In sintesi, la notifica Pec a casella piena si considera comunque valida. Restano ferme le disposizioni legislative in tema di atti giudiziari per i quali, quando la notifica non ha avuto buon fine, come nel caso di specie, la stessa si completa con il deposito dell’atto in cancelleria.

Nella sentenza in commento, vengono fornite tutte le motivazioni tecnico-giuridiche di tale principio.

Fonte:laleggepertutti.it

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