Decreto Liquidità, arrivano i chiarimenti delle Entrate con la circolare n. 9/E del 13 aprile 2020 sulle questioni più importanti, come la proroga delle scadenze fiscali in base al fatturato, il metodo previsionale per gli acconti delle imposte sui redditi e il rinvio della Certificazione Unica.
Decreto Liquidità, l’Agenzia delle Entrate pubblica dei chiarimenti in merito alla proroga delle scadenze fiscali e il calcolo degli acconti per il versamento di Irpef, Ires ed Irap.
I chiarimenti dell’Amministrazione Finanziaria si trovano nella circolare numero 9/E del 13 aprile 2020, pubblicata quindi il giorno del lunedì in albis.
Nonostante la festività, l’Agenzia ha pubblicato il documento di prassi contenente le risposte a quesiti riguardanti le misure introdotte dal decreto Liquidità.
Il decreto-legge n.23 dell’8 aprile 2020 infatti introduce misure a salvaguardia delle imprese, volte a concedere loro maggiore liquidità (da cui deriva il nome del decreto stesso) e riprende altri provvedimenti nati col decreto Cura Italia, risalente al 17 marzo, come ad esempio la proroga dei versamenti, ma solo con determinate condizioni di riduzione del fatturato.
Vediamo dunque quali sono i punti principali trattati dalla circolare n.9/E del 13 aprile, da chi è interessato dal rinvio delle scadenze fiscali di aprile e maggio, la conferma della proroga della Certificazione Unica e l’applicazione del metodo previsionale per calcolare l’acconto delle imposte sui redditi.
Decreto Liquidità, arrivano i chiarimenti delle Entrate sulla proroga scadenze fiscali
Le risposte ai quesiti posti più di frequente in merito all’applicazione delle misure del decreto Liquidità si trovano nella circolare n. 9 del 13 aprile.
È bene specificare che l’Agenzia delle Entrate non aggiunge alcuna novità in merito ai provvedimenti presi dal decreto Liquidità, semmai ne conferma le disposizioni. Il primo argomento affrontato è quello che sta più a cuore alle imprese: la proroga delle scadenze fiscali di aprile e maggio.
La nuova data di scadenza da rispettare è il 30 giugno, valida per i versamenti IVA, di ritenute alla fonte e di contributi.
Il decreto Liquidità pone però dei requisiti specifici per poter beneficiare del rinvio dei versamenti, che riguardando la riduzione del fatturato:
- di almeno il 33% per ricavi/compensi sotto i 50 milioni;
- di almeno il 50% sopra tale soglia.
I residenti delle 5 province più colpite dall’emergenza sanitaria (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza) usufruiscono della sospensione del versamento IVA se hanno subìto una riduzione del fatturato di almeno il 33% a prescindere dalla soglia di fatturato dei 50 milioni.
Il calo del fatturato si deve confrontare rispetto al fatturato di marzo 2019. Un calcolo piuttosto complicato, considerando che molte aziende a marzo 2020 sono state costrette a chiudere per l’emergenza sanitaria e quindi, probabilmente, non hanno portato avanti la contabilità.
Inoltre, anche se le operazioni vengono effettuate in via telematica, è piuttosto complicato in questo momento per i professionisti reperire i documenti necessari, oltre al fatto che queste disposizioni non sembrano per niente una semplificazione delle procedure.
Decreto Liquidità: acconto imposte sui redditi con il metodo previsionale
Il decreto Liquidità consente infine il calcolo dell’acconto delle imposte Irpef, Ires, Irap con il metodo previsionale, eliminando sanzioni e interessi per scostamenti non superiori al 20%.
Le imprese quindi potranno, in questo momento di estrema difficoltà finanziaria, effettuare il calcolo dell’acconto con il metodo previsionale, anziché con il metodo storico.
La novità introdotta nel Decreto Liquidità permetterà alle imprese di effettuare un minor versamento, pari ad un massimo del 20% in meno rispetto a quanto effettivamente dovuto in base alla dichiarazione dei redditi 2020, senza sanzioni ed interessi.
Decreto Liquidità, le Entrate confermano il rinvio della Certificazione Unica
Per quanto riguarda la Certificazione Unica, nel documento di prassi in commento l’Agenzia delle Entrate conferma che l’invio al Fisco e ai dipendenti entro il 30 aprile 2020.
Viene poi data anche un’altra conferma: la CU per i lavoratori autonomi e gli altri soggetti non obbligati alla compilazione del modello 730 precompilato possono inviare il tutto entro il 31 ottobre, stessa data di scadenza per il modello 770.
Inoltre, per i versamenti in scadenza al 20 marzo scorso, (già oggetto di una precedente proroga del Cura Italia, poiché la scadenza originaria era prevista per il 16 marzo) il Decreto Liquidità ha prorogato il termine per effettuare i pagamenti fino al 16 aprile, senza applicare sanzioni.